Stratificazione del territorio
La valle d’Alpone è ricca di rocce d’origine vulcanica per il cui riconoscimento sommario sono sufficienti alcune semplici osservazioni che si possono fare direttamente sul terreno. La giacitura, l’estensione, l’aspetto e la tessitura potranno darci importanti informazioni sull’ambiente e sulle modalità di solidificazione. Potremo, infatti, distinguere una lava basaltica dai prodotti vulcanoclastici e una vulcanite sottomarina da una subaerea.
Lave a fessurazione colonnare
Si tratta della suddivisione della lava in colonne a sezione poligonale. E’ un fenomeno molto particolare e suggestivo che aveva già colpito l’attenzione dei Naturalisti dei primi del Settecento. Le colonne, generalmente lunghe alcuni metri ma in qualche caso eccezionale superano i dieci metri, risultano parallele le une alle altre oppure sono divergenti. I lati delle colonne in sezione possono misurare da qualche centimetro ad oltre un metro. Comunemente presentano sezione esagonale, ma sono frequenti anche quelle a sezione pentagonale o con un numero di lati superiore a sei. L’origine di queste particolari forme si deve al raffreddamento di una colata lavica che determina una più o meno rapida contrazione della massa: se il raffreddamento avviene molto rapidamente si formano fratturazioni che delimitano colonne di piccolo diametro e viceversa. Le più famose colonne basaltiche sono quelle di San Giovanni Ilarione, visibili lungo l’ampia parete rocciosa che delimita ad Est il cento abitato. A seconda del punto di osservazione le colonne possono apparire come un enorme alveare o come le canne d’organo. Località altrettanto note per la presenza di basalti colonnari sono la Valle degli Stanghellini presso Vestenanova, Molini Nuovi di Vestenavecchia, gli Slavini di Vilardo, i Panarotti e la Puga di Bolca.
Le “purghe” lessinee
Sono dei caratteristici rilievi costituiti da basalti colonnari, residui di antichi camini vulcanici riempiti di lava. Il piede di questi rilievi è caratterizzato dalla presenza di potenti depositi di blocchi basaltici che si sono staccati dalle pareti del camino e sono rotolati alla base accumulandosi. Tra le più note purghe esistenti in vicinanza di S. Giovanni Ilarione ricordiamo quelle di Altissimo o Monte Postale di Altissimo (VI), il Monte Postale di Castelvecchio (VI), il Monte Belloca presso Tregnago (VR), il Monte Madarosa presso Chiampo (VI) e le famosissime purghe di Durlo e di Bolca. La scarsità di affioramenti rocciosi rende difficile il riconoscimento dei basalti colonnari della Purga di Durlo, mentre presso la chiesetta della Purga di Bolca esiste un potente accumulo di frana costituito da blocchi prismatici di basalto dove si può facilmente individuare qualche bel cristallo verde di olivina.